96 anni fa, il 28 ottobre 1922, la marcia su Roma – L’inizio di un ventennio di cui non abbiamo un gran che da rimpiangere.

 

marcia su Roma

 

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96 anni fa, il 28 ottobre 1922, la marcia su Roma – L’inizio di un ventennio di cui non abbiamo un gran che da rimpiangere.

 

…Insomma, hanno ragione quelli che dicono che Mussolini è, sì, colpevole di avere trascinato l’Italia e se stesso nella tragedia finale, ma nei suoi venti anni di governo aveva fatto anche cose buone? O hanno ragione invece quelli che dicono che era stato tutto un susseguirsi di sopraffazioni e di crimini?

Questi interrogativi si rimpallano in Italia dal 1945, e sono diventati un po’ stucchevoli, anche se nelle ultime settimane sono tornati alla luce. Io trovo questo dibattito, più che altro, inutile. La Storia il suo giudizio lo ha già dato, e da un pezzo. Nel suo insieme il fascismo è stato un disastro per l’Italia, anche se alcune delle sue pagine, staccate dal resto, possono apparire positive. Ma quelle decisive – le leggi razziali del 1938 e tutto quello che è venuto dopo: l’alleanza con Hitler, l’entrata in guerra, la folle aggressione alla Grecia, la spedizione in Russia, la complicità con l’occupazione nazista – hanno cancellato tutti i meriti, se pur ve ne era qualcuno. Del resto, è vero che il primo governo Mussolini, nel 1922, entrò in carica con il voto di fiducia di un Parlamento nel quale i fascisti erano una piccola minoranza, dunque con il voto di molti che fascisti non erano; ma è anche vero che la salita al potere era stata preparata da due anni di squadrismo violento e fu seguita dagli assassini di oppositori come Matteotti, don Minzoni e i fratelli Rosselli. Negli stessi anni altri oppositori, come Amendola e Gobetti, se non direttamente assassinati, morirono in conseguenza delle violenze subite. Il Governo fascista era nato, fin dall’inizio, sotto il segno della violenza e del sangue. C’è da dire anche che quella che i nostri vecchi consideravano la pagina più luminosa del fascismo, la conquista dell’Etiopia e la fondazione dell’Impero, a un’analisi storica più attenta si rivela anch’essa una pagina oscura. Quella guerra, di per sé priva di giustificazioni morali (ammesso che una guerra di aggressione possa averne), fu condotta con mezzi sleali e aveva per nemico l’unico popolo di antica cristianità in Africa. Per di più, l’Impero era così fragile che cadde dopo soli cinque anni.

Davvero non c’è nel fascismo gran che da rimpiangere.

La marcia su Roma

Il 28 ottobre 1922 si svolse la cosiddetta marcia su Roma con la quale le camicie nere fasciste conquistarono il potere. L’evento, di importanza fondamentale per la storia dell’Italia, segnò l’inizio di una dittatura che si concluderà solo il 25 luglio del 1943. La decisione di un’azione forte da parte del partito fascista venne presa il 16 ottobre, nel corso di una riunione a Milano del gruppo dirigente; a guidare l’insurrezione sarebbero stati De Vecchi, De Bono, Balbo e Bianchi. Il 24 ottobre, al Congresso fascista di Napoli, Mussolini ufficializzò la decisione: “O ci daranno il governo o lo prenderemo calando a Roma”. Le squadre fasciste avrebbero quindi dovuto occupare zone chiave dell’Italia centrale. Su Roma, nello specifico, avrebbero dovuto marciare 26.000 uomini, che partirono il 27 ottobre alla volta della capitale, mentre Mussolini restò a Milano.

Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, il presidente del consiglio Luigi Facta convocò il Consiglio dei ministri per predisporre il decreto di stato d’assedio, grazie al quale il governo riceveva pieni poteri per fermare l’avanzata dei fascisti con l’esercito; cosa che effettivamente avvenne la mattina del 28, quando le bande fasciste vennero momentaneamente fermate a Civitavecchia, Orte, Avezzano e Segni. Vittorio Emanuele III, però, ricevuto il decreto che avrebbe dovuto necessariamente firmare per renderlo efficace, si rifiutò di sottoscriverlo.

Cadde quindi il presidente del consiglio, al posto del quale il re propose a Mussolini un ministero con Salandra. Il duce, ormai forte della debolezza dimostrata dal re, rifiutò chiedendo per contro un governo esclusivamente fascista. Il 29 ottobre Vittorio Emanuele cedette alle pressanti richieste e chiese formalmente a Mussolini di formare il nuovo esecutivo. Quando i fascisti entrarono a Roma, dunque, tutto era già stato deciso e quella che doveva essere una marcia di conquista si trasformò in una semplice parata. Basti pensare che il duce stesso arrivò nella capitale a bordo del vagone-letto di un treno proveniente da Milano, e già il 30 ottobre sottopose al re la lista dei suoi ministri.

96 anni fa, il 28 ottobre 1922, la marcia su Roma – L’inizio di un ventennio di cui non abbiamo un gran che da rimpiangere.ultima modifica: 2018-10-27T18:17:30+02:00da eles-1966
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