Mi chiesero di aumentare i prezzi. Gli risposi che in Italia decidiamo NOI. Poco dopo sono morto in un incidente aereo. La confessione di un fesso che credeva ancora nell’Onestà e che voleva il bene alla sua Gente: ENRICO MATTEI…

 

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Mi chiesero di aumentare i prezzi. Gli risposi che in Italia decidiamo NOI. Poco dopo sono morto in un incidente aereo. La confessione di un fesso che credeva ancora nell’Onestà e che voleva il bene alla sua Gente: ENRICO MATTEI…

C’erano tre agenti segreti francesi, coperti dalla Cia e aiutati da manovalanza mafiosa, dietro la tragica fine di Enrico Mattei?

Lo suggerisce il nuovo libro-inchiesta di Michele Di Salvo sulla tragica fine dell’uomo-chiave del “miracolo economico” italiano nel dopoguerra, Enrico Mattei: il presidente dell’Eni, schiantatosi col suo aereo il 27 ottobre 1962 a Bascapè sulle colline dell’Oltrepo Pavese, era decollato da Catania, dove il suo aereo era stato manomesso. Poco prima, aveva tenuto il suo ultimo discorso pubblico, a Gagliano: dal nastro con la registrazione, poi fatto sparire, il giornalista siciliano Mauro De Mauro intuì che Mattei era pedinato. De Mauro scomparve a sua volta il 16 settembre 1970. Secondo Cosa Nostra, era giunto troppo vicino alla verità sulla fine di Mattei. Sulla scomparsa di De Mauro indagarono i carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa e i poliziotti di Boris Giuliano: entrambi gli investigatori furono a loro volta assassinati dalla mafia. “Uomini soli”, il libro di Di Salvo in formato ebook, illumina nuovi retroscena che coinvolgono gli Usa e la Francianella morte dell’italiano più potente dell’epoca.

Chi fu a collocare una bomba da 150 grammi di tritolo sull’aereo di Mattei? Domanda senza risposta da cinquant’anni, annota Daniele Chicca su “Wall Street Italia”, che presenta la nuova inchiesta di Di Salvo. Solo dalla sentenza del 2012 sulla morte di De Mauro, sostiene il giornalista, emergono con chiarezza alcuni tasselli decisivi. La pista è siciliana: secondo Tommaso Buscetta e altri pentiti, De Mauro sarebbe stato strangolato – in presenza di Bernardo Provenzano – perché «stava indagando sulla morte di Mattei e aveva ottime fonti». Secondo lo stesso De Mauro, il questore Ferdinando Li Donni aveva ordinato alla Digos di indagare sul presidente dell’Ems, Graziano Verzotto: il capo dell’Ente Minerario Siciliano aveva incontrato De Mauro due giorni prima della scomparsa. Per Giuseppe Lo Bianco, autore con Sandra Rizza di “Profondo Nero” (Chiarelettere), libro in cui si lega il caso De Mauro a quelli di Mattei e Pasolini, proprio il presidente dell’Ems avrebbe indicato in Eugenio Cefis, numero due dell’Eni, un possibile mandante dell’omicidio di Mattei.

Anche secondo Michele Di Salvo, quello di Verzotto fu un ruolo-chiave, ma l’autore di “Uomini soli” punta sulla pista francese: secondo il Sisde, Verzotto era in contatto coi servizi segreti transalpini e riparò proprio a Parigi quando venne coinvolto nel caso Sindona. Lo stesso Buscetta riferì ai magistrati che la bomba sull’aereo di Mattei fu collocata dal boss Giuseppe Di Cristina, di cui Verzotto era stato testimone di nozze. Semplici manovali, secondo Di Salvo: gli uomini di Cosa Nostra potrebbero aver procurato l’esplosivo e controllato l’operazione sul terreno, ma solo degli 007 esperti avrebbero potuto agire con tanta perizia. Indizio fondamentale per il sabotaggio dell’aereo, il nastro sottratto a De Mauro: conteneva la prova che qualcuno, in Sicilia, era perfettamente a conoscenza degli spostamenti di Mattei, con precisione cronometrica, calcolando perfettamente il periodo in cui l’aereo sarebbe rimasto incustodito. Secondo il pm Vincenzo Calia della Procura di Pavia, Mattei venne tradito dalle istituzioni italiane e da soggetti interni all’azienda che guidava e che avrebbero ottenuto vantaggi dalla sua scomparsa: è la tesi sposata da Pasolini in “Petrolio”. Ora, il libro di Di Salvo amplia lo scenario: oltre a Cefis e alla mafia compare l’ombra dei servizi segreti francesi.

A compiere fisicamente l’attentato, racconta Di Salvo, sarebbero stati agenti della Oas, l’organizzazione terroristica anti-algerina, poi inquadrati nel dispositivo Nato conosciuto come “Stay Behind” e in Italia come “Gladio”. «Il sabotatore – afferma Di Salvo nell’intervista a “Wall Street Italia” – risulta essere lo stesso ingegnere che in Florida, per conto della Cia, ha addestrato emigrati cubani nel compiere attentati di simile natura», come quello contro l’allora ministro della Difesa di Cuba, Camilo Cienfuegos. L’analisi di Di Salvo scaturisce da una lunga ricerca sui 3 miliardi di finanziamenti pubblici Usa ai progetti per la cosiddetta “guerra digitale”, in particolare legati a fondazioni e grosse aziende per l’esportazione della “democrazia digitale”. Di Salvo si è imbattuto in una serie di collegamenti con alcuni personaggi protagonisti della guerra fredda: dopo mesi di riscontri e verifiche incrociate, è emerso uno scenario più complesso ed articolato rispetto a quanto sinora ricostruito nelle aule giudiziarie italiane.

Chi ha decretato la morte di Mattei lo ha identificato come uno dei grandi finanziatori dell’Algeria post-coloniale, l’uomo che avrebbe messo fine al sogno imperialista francese  in Nord Africa. La Cia, osserva Di Salvo, era ben consapevole del rischio dell’operazione: se si fosse scoperto che gli attentatori erano francesi, lo scandalo «avrebbe fatto cadere la presidenza De Gaulle». Impossibile dare un nome ai componenti del commando, almeno sino a quando non verrà desecretato, da parte francese, il fascicolo che rivela l’identità dell’“agente Laurent”. Tuttavia, i dati raccolti da Di Salvo sono sufficienti a lasciar emergere «uno scenario inquietante, in cui la Cia avrebbe razionalizzato tutta una serie di operazioni in Europa creando quella che poi sarebbe diventata la Gladio», struttura creata in chiave anti-Urss ma in realtà utilizzata per destabilizzare i governi democratici europei, in modo da «scongiurare qualsiasi indipendenza politico-economica rispetto agli Stati Uniti».

Il processo di Pavia si chiuse nel 2005 con l’archiviazione, nonostante 200 pagine di ordinanza che ammettono che l’aereo di Mattei esplose in volo a causa di una bomba. Nessun seguito, inoltre, alla notizia rilevata da Di Salvo: i cugini Nino e Ignazio Salvo, futuri capofila della corrente andreottiana in Sicilia, «ebbero l’incarico di pedinare Mattei». Furono i servizi francesi, attraverso Gladio, a ingaggiare la mafia? Se così andò, conclude Di Salvo, si potrebbe riscrivere l’intera “sceneggiatura” dell’epoca e rivedere in una chiave nuova una serie di rapporti internazionali, dalle «relazioni segrete tra Usa,Francia e Italia» alle manovre degli ambienti dell’estrema destra dei servizi segreti francesi. «Stesso discorso per l’episodio che vede i servizi di Roma dare l’input per interrompere le indagini sulla scomparsa di De Mauro, fino ad arrivare all’omicidio Sindona e alle operazioni di riciclaggio di denaro». Tutti punti oscuri, ripresi dall’inchiesta che Di Salvo ha dedicato alla sorte di quegli “uomini soli” così importanti per il destino del nostro paese.

 

Fonte: libreidee

Mi chiesero di aumentare i prezzi. Gli risposi che in Italia decidiamo NOI. Poco dopo sono morto in un incidente aereo. La confessione di un fesso che credeva ancora nell’Onestà e che voleva il bene alla sua Gente: ENRICO MATTEI…ultima modifica: 2017-05-28T22:36:53+02:00da eles-1966
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