102 anni fa, il 15 gennaio 1918, assassinarono Rosa Luxemburg, la donna che voleva risolvere i problemi del mondo

 

Luxemburg

 

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102 anni fa, il 15 gennaio 1918, assassinarono Rosa Luxemburg, la donna che voleva risolvere i problemi del mondo.

Chi era Rosa Luxemburg? Perché l’hanno uccisa? Perché è una delle donne più famose della storia? Cerchiamo di rispondere a queste domande…

Il 15 gennaio del 1918 era una giornata estremamente fredda. Quel giorno Rosa venne rapita. Sapeva che prima o poi sarebbe successo. La rapirono e poi la uccisero i gruppi paramilitari al soldo del socialdemocratico Friedrich Ebert e del ministro della Difesa Noske. Il suo corpo venne ritrovato in un canale il 31 maggio, quando ormai la primavera stava per cedere il passo all’estate. Ma perché l’hanno rapita? Perché l’hanno uccisa? Perché è una delle donne più famose della storia?

L’INTERESSE PER I PROBLEMI DEL MONDO – Rosa Luxemburg nacque il 5 marzo 1971 a Zamość, in Polonia, allora parte dell’Impero russo. I Luxemburg erano ebrei come un terzo degli abitanti della città ma non avevano particolari contatti con la comunità ebraica. In casa parlavano il polacco, non l’yiddish, ma il polacco, e conoscevano bene il tedesco e il russo. Prima ancora di compiere vent’anni, in Rosa maturò l’interesse per i problemi del mondo che la portò a impegnarsi in prima persona: divenne una militante del movimento di sinistra “Proletariat”. Ma questo movimento è perseguitato e represso e nel 1895 Rosa fu costretta a lasciare la Polonia emigrando prima in Svizzera e poi in Germania. Qui sposò un tedesco: non c’era amore tra i due ma ciò le permise di ottenere nel 1989 la cittadinanza tedesca.

LA RIVOLUZIONE E L’ARRESTO – Cambiò indirizzo ma non lo spirito. Rosa si iscrisse all’SPD (il Partito socialdemocratico tedesco) nella capitale tedesca ma nel 1905, allo scoppio della prima rivoluzione russa, tornò nella sua patria per parteciparvi. Ma il progetto rivoluzionario fallì e venne arrestata. Quando fu rilasciata tornò in Germania, dove insegnò tra il 1907 e il 1914 Economia politica. Durante le lezioni chiarì la sua posizione: contrariamente a Marx, secondo la Luxemburg il capitalismo, anche se fosse entrato in crisi, sarebbe riuscito a “salvarsi” grazie alle immense risorse derivanti dal colonialismo. Polemizzò anche con Lenin, del quale non condivideva l’idea di un partito formato solo dalle élite proletaria, e con Stalin, perché nell’opinione di Rosa la democrazia non andava abbattuta ma estesa.

UN RADICALE PACIFISMO – Quando nel 1914 scoppiò la guerra, Rosa abbandonò la carriera di insegnante e iniziò quella di attivista. A lungo si dedicò a manifestazioni contro la guerra finché non venne arrestata per ordine del kaiser Guglielmo II. Lasciato l’SPD, fonda prima la “Lega di Spartaco” insieme all’amico Karl Liebknecht e poi il primo Partito Comunista Tedesco, con cui, a fine della guerra, tentò un’insurrezione armata che venne spietatamente sedata e che si concluse con la fucilazione a Berlino di Liebknecht e della stessa Rosa Luxemburg, che continuiamo a ricordare ancora oggi per il suo altruismo e il suo grandissimo coraggio.

Alcuni pensieri
  • «L’ordine regna a Berlino!» Stupidi sbirri! Il vostro «ordine» è costruito sulla sabbia. Già domani la rivoluzione si ergerà nuovamente e annuncerà, con vostro profondo orrore, con un suono di squilla: «Ero, sono, sarò!»
  • La libertà, riservata ai partigiani del governo, ai soli membri di un unico partito – siano pure numerosi quanto si vuole – non è libertà. La libertà è sempre soltanto la libertà di chi pensa diversamente. Non per fanatismo per la «giustizia», ma perché tutto quanto vi è di istruttivo, di salutare, di purificatore nella libertà politica dipende da questo modo di essere, e perde la sua efficacia quando la «libertà» diventa privilegio.
  • Ma Lenin sbaglia completamente nella ricerca dei mezzi: decreti, potere dittatoriale degli ispettori di fabbrica, pene draconiane, terrorismo, sono solo dei palliativi. L’unica via che conduce alla rinascita è la scuola stessa della vita pubblica, la più larga e illimitata democrazia, l’opinione pubblica. Proprio il regno del terrore demoralizza. Tolto tutto questo, che rimane in realtà? Lenin e Trotski hanno sostituito ai corpi rappresentativi eletti a suffragio universale i Soviet, come unica vera rappresentanza delle masse lavoratrici. Ma soffocando la vita politica in tutto il paese, è fatale che la vita si paralizzi sempre più nei Soviet stessi. Senza elezioni generali, senza libertà illimitata di stampa e di riunione, senza libera lotta di opinioni, la vita muore in ogni istituzione pubblica, diviene vita apparente ove la burocrazia rimane l’unico elemento attivo. La vita pubblica cade lentamente in letargo; qualche dozzina di capi di partito di energia instancabile e di illimitato idealismo dirigono e governano; tra loro guida in realtà una dozzina di menti superiori; e una élite della classe operaia viene convocata di quando in quando a delle riunioni per applaudire i discorsi dei capi e per votare all’unanimità le risoluzioni che le vengono proposte – è dunque in fondo un governo di cricca, una dittatura certamente, ma non la dittatura del proletariato, bensì la dittatura di un pugno di uomini politici, una dittatura nel significato borghese… C’è di più: una tale situazione porta necessariamente ad un inselvatichirsi della vita pubblica: attentati, fucilazioni di ostaggi, ecc.
  • Qualche volta ho la sensazione di non essere un vero e proprio essere umano, ma appunto qualche uccello o un altro animale in forma di uomo; nel mio intimo mi sento molto più a casa mia in un pezzetto di giardino come qui, oppure in un campo tra i calabroni e l’erba, che non… a un congresso di partito. A lei posso dire tutto ciò: non fiuterà subito il tradimento del socialismo. Lei lo sa, nonostante tutto io spero di morire sulla breccia: in una battaglia di strada o in carcere. Ma nella parte più intima, appartengo più alle mie cinciallegre che ai “compagni”. E non perché nella natura io trovi, come tanti politici intimamente falliti, un rifugio, un riposo. Al contrario, anche nella natura trovo ad ogni passo tanta crudeltà, che ne soffro molto.
  • Solo estirpando alla radice la consuetudine all’obbedienza e al servilismo, la classe lavoratrice acquisterà la comprensione di una nuova forma di disciplina, l’autodisciplina, originata dal libero consenso.

 

 

 

 

102 anni fa, il 15 gennaio 1918, assassinarono Rosa Luxemburg, la donna che voleva risolvere i problemi del mondoultima modifica: 2018-01-14T21:50:13+01:00da eles-1966
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