11 aprile – A 33 anni dall’addio a Primo Levi, vogliamo ricordarlo con queste sue parole: “Auschwitz è la realizzazione del fascismo” …riflettete Gente, riflettete…!

Primo Levi

 

 

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A 33 anni dall’addio a Primo Levi, vogliamo ricordarlo con queste sue parole: “Auschwitz è la realizzazione del fascismo” …riflettete Gente, riflettete…!

11 aprile 1987 muore suicida a Torino Primo Levi

Muore suicida a Torino Primo Levi, autore de “La tregua” e di “Se questo e’ un uomo”. Nato a Torino nel 1919 da famiglia ebrea, ha difficoltà a terminare gli studi a causa dell’introduzione delle leggi razziali. Riesce comunque a laurearsi e nel 1943 entra in contatto con un gruppo di partigiani operante in Val d’Aosta. Nel dicembre dello stesso anno, viene arrestato dalla milizia fascista. Con altri 650 ebrei, viene deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. Il suo romanzo Se questo è un uomo, racconta le sue drammatiche esperienze nel lager nazista, e diventa un classico della letteratura mondiale. Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento. Quale testimone di tante assurdità, sente il dovere di raccontare. Con La tregua, vince la prima edizione del Premio Campiello. Nel 1986 pubblica I sommersi e i salvati.

La morte di Primo Levi: l’enigma del suicidio

Le possibili ragioni che condussero Primo Levi al suicidio, analizzate da Marco Belpoliti. L’11 aprile 1987 Primo Levi si uccise gettandosi dalla tromba delle scale della sua abitazione di Torino. Riguardo ai motivi che lo spinsero a compiere questo gesto, si possono fare soltanto delle ipotesi; come Levi stesso scrisse a proposito di Jean Amery (anch’egli un deportato morto suicida), “nessuno sa le ragioni di un suicidio, neppure chi si è suicidato”. Probabilmente egli provava un senso di vergogna per essere sopravvissuto allo sterminio nazista, e la mancanza di risposte alla domanda “Perchè io?” (che farà da colonna portante a I sommersi e i salvati, forse il suo libro più importante) lo condusse ad una forte depressione. Lo scrittore sentiva, inoltre, di aver ricevuto un “dono avvelenato”, ovvero quello di dover raccontare ciò che aveva vissuto, costringendolo a rivivere continuamente la sua sofferenza. Infine, un recente intervento alla prostata lo aveva costretto ad interrompere i farmaci antidepressivi. Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario, ha curato l’edizione critica delle Opere di Primo Levi uscite presso Einaudi (1997), e successivamente, dello stesso autore, una serie di volumi: Conversazioni e interviste 1963-1987; L’ultimo Natale di guerra (racconti sparsi e ritrovati); L’asimmetria e la vita 1955-1987 (raccolta di articoli comparsi su giornali e riviste); Tutti i racconti (2005). Nel 1998 ha pubblicato un volume dedicato a Primo Levi presso l’editore Bruno Mondadori.

 

 

 

11 aprile – A 33 anni dall’addio a Primo Levi, vogliamo ricordarlo con queste sue parole: “Auschwitz è la realizzazione del fascismo” …riflettete Gente, riflettete…!ultima modifica: 2018-04-10T23:31:18+02:00da eles-1966
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