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Per rinfrescare la memoria a chi dice “ha fatto anche cose buone” – 21 maggio 1937, giusto 83 anni fa, il più grande massacro di cristiani in Africa, per mano dei fascisti. In Etiopia 2000 tra monaci, diaconi e cristiani barbaramente trucidati all’ombra del tricolore!

 

 

 

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Per rinfrescare la memoria a chi dice “ha fatto anche cose buone” – 21 maggio 1937, giusto 83 anni fa, il più grande massacro di cristiani in Africa, per mano dei fascisti. In Etiopia 2000 tra monaci, diaconi e cristiani barbaramente trucidati all’ombra del tricolore!

 

Il più grande massacro di cristiani in Africa.. per mano italiana nel 1937

Pochi lo sanno, ma il più grande massacro di cristiani in Africa è stato compiuto, il 21 maggio de1 1937, dalle truppe italiane nel monastero etiope di Debre Libanos

Il più grande massacro di cristiani in Africa è stato compiuto dalle truppe italiane nel monastero etiope di Debre Libanos. Il grande pubblico lo ignora. Anzi, nel 2012, ad Affile nel Lazio, è stato inaugurato un monumento a chi volle quel massacro, il maresciallo Graziani, viceré d’Etiopia Graziani finì la propria carriera militare a Salò e, dopo la guerra, fu presidente onorario del Msi.
Il maresciallo ordinò il massacro, dopo l’attentato contro di lui ad Addis Abeba il 17 febbraio 1937. Oggi TV2000, il canale televisivo della Chiesa italiana, fa conoscere questa storia dimenticata con un docufilm di Antonello Carvigiani da un’idea di Lucio Brunelli. L’apporto degli storici, i documenti e la testimonianza di un novantenne (che bambino assistette ai massacri di nascosto) danno la dimensione del dramma. Graziani subì un attentato il 19 febbraio 1937. La reazione fu pesantissima con la strage di migliaia di persone, in un’operazione di squadrismo fascista “accoppando indigeni” e conducendo alla morte “mandrie di negri”, come racconta il giornalista del Corriere, Ciro Poggiali, nel suo diario.
Gli italiani “brava gente”, fascistizzati e fanatizzati, rivelarono un altro volto. Il viceré intendeva saldare i conti anche con la Chiesa etiope, che sospettava di animare la resistenza all’Italia. Gli dette motivo qualche contatto dei due attentatori con l’ambiente del monastero. Il 19 maggio 1937, si disse in possesso di prove sicure del coinvolgimento dei monaci (inesistente) nell’attentato e ordinò la strage al generale Pietro Maletti. Il monastero, a 80 km dalla capitale, è un polmone religioso del paese, fondato nel XIII secolo da San Tekle Haimanot, la cui festa si celebrava – con quella dell’arcangelo Michele – proprio quando arrivò l’ordine di Graziani. Un monastero etiope, attorno alla chiesa e ai luoghi santi, raccoglie abitualmente vari insediamenti quasi villaggi – di monache e monaci, ma anche di fedeli.
Le truppe di Maletti fecero entrare i pellegrini nel recinto della chiesa.
Poi uccisero i monaci, fucilandoli in una zona remota e gettando i cadaveri in una gola profonda. Graziani volle anche la morte dei diaconi. Trenta seminaristi furono portati in un malsano campo di detenzione, dove in gran parte morirono. Solo uno tornò al monastero. 
Secondo gli italiani furono uccisi 449 monaci e 129 diaconi. Ma, per gli storici, il bilancio fu molto più pesante, tra 1.800 e 2.200 morti: monaci, giovani studenti al monastero, pellegrini (per la festa). Il complesso monastico fu distrutto.
Oggi si vede una chiesa ricostruita dopo la guerra. Furono depredati codici, manoscritti, opere antiche del monastero: è uno dei furti realizzati durante la breve dominazione fascista in Etiopia, su cui non si è fatta luce.
Il 27 maggio, il viceré Graziani comunicò al ministro delle colonie, Lessona: era stato distrutto un “covo di assassini”. Non ci fu alcuna reazione verso questa violenza contro cristiani: nemmeno negli ambienti cattolici italiani.
Da Avvenire.It:
Tv2000. Foto inedita: la strage compiuta dagli italiani al monastero di Debre Libanos

Il Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha mostrato in esclusiva una fotografia storica con i monaci che attendono di essere caricati sui camion che li avrebbero poi portati sul luogo delle fucilazioni.

Una foto inedita che documenta la strage compiuta dai soldati italiani nel monastero ortodosso di Debre Libanos in Etiopia nel 1937.

Il Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha mostrato in esclusiva una fotografia storica con i monaci che attendono di essere caricati sui camion che li avrebbero poi portati sul luogo delle fucilazioni. Un massacro dimenticato avvenuto per mano fascista 80 anni fa. Nessuno sapeva che della strage del monastero di Debre Libanosqualcuno avesse scattato delle foto.

Nel maggio del 1937, in Etiopia, alcuni soldati italiani fucilarono per rappresaglia 2mila persone inermi tra monaci e pellegrini ortodossi (449 secondo il rapporto ufficiale). L’ordine venne dato del viceré Rodolfo Graziani. Fu il generale Pietro Maletti a eseguire il comando.

Tv2000 ha dedicato un docufilm al massacro, con documenti e testimonianze inedite a cura del giornalista Antonello Carvigiani, per la fotografia di Andrea Tramontano.

Ora, per la prima volta, il Tg2000 mostra anche l’immagine di quella strage, grazie a Luigi Panella, appassionato di storia del colonialismo italiano in Africa.
«C’era un ragazzo – ha raccontato Panella al Tg2000 – che non aveva ancora compiuto 27 anni, in quella piana dove furono fucilati i monaci. Si chiamava Virgilio Cozzani, era un tenente di complemento del 45esimo battaglione coloniale musulmano a cui Maletti diede l’incarico di eseguire le fucilazioni a Shunkurti. Questo è il luogo che viene citato nelle fotografie di Cozzani. Cozzani girava con una macchina fotografica, scattava fotografie come tutti i ragazzi italiani in Etiopia, in quel periodo. Il 20 maggio fece alcune fotografie proprio il giorno prima della strage e poi anche il 21 maggio a Shunkurtì».
«Nel retro della foto – ha rivelato Panella – c’è anche una annotazione fatta da Cozzani, di suo pugno: Debra Libanos, Cascì prigionieri, i Cascì erano i preti copti, 20 maggio 1937. E poi un’altra annotazione. Il 21 maggio 37, ‘ciao neh…’. Il ‘ciao neh…’ di questo ragazzo italiano, che nelle altre foto va a cavallo, sorride ma che poi si rende protagonista di una strage terribile, è quasi irridente. L’impressione è quella della banalità del male, di un giovane che ride e scherza prima di compiere una strage».

tratto da: https://www.avvenire.it/multimedia/pagine/foto-inedita-che-documenta-la-strage-compiuta-dai-soldati-italiani-nel-monastero-ortodosso-etiope-di-debre-libanos

 

Per rinfrescare la memoria a chi dice “ha fatto anche cose buone” – 21 maggio 1937, giusto 83 anni fa, il più grande massacro di cristiani in Africa, per mano dei fascisti. In Etiopia 2000 tra monaci, diaconi e cristiani barbaramente trucidati all’ombra del tricolore!ultima modifica: 2019-05-20T17:14:18+02:00da
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